26 LUGLIO 2008, SABATO, NEW YORK
Primo risveglio americano alle otto del mattino, ecco un "breve" elenco di quello che ho visto oggi: Central Park attraversato in lungo e in largo, il Metropolitan Museum of Art, il Rockafeller Center e il Radio City, la Cattedrale di St. Patrick, un po' di Broadway e di 5th Avenue, il Palazzo di Vetro dell'ONU, Grand Central, l'Empire State Building (dal basso), l'East Village e le case di Charlie Parker e Madonna e il palazzo sulla copertina di "Physical Graffiti" dei Led Zeppelin, il vecchio CBGB'S (che emozione!), Little Italy e Chinatown, il vivacissimo Lower East Side, Washington Square Park e il Greenwich, il Paradise Garage (senza saperlo, l'ho scoperto dopo!), Wall Street, Liberty Island da lontano, Ground Zero coi lavori in corso, i ponti di Brooklyn e Manhattan, attraversati entrambi, il che implica anche una capatina a Brooklyn. E per oggi basta, sono a casa di Will, a pezzi dalla vita in giù, che con tutti i chilometri macinati a piedi, da buon masochista, sono stremato.
Mattinata con Will, tante chiacchiere e un paio di hot dog nell'East Village. Lui è un simpatico e sveglio venditore di formaggi provenienti da tutto il mondo, specialmente dall'Italia, paese che adora come il suo lavoro, di cui parla con la luce negli occhi. Il pomeriggio invece l'ho trascorso da solo, scattando mille foto e girando con uno sguardo meravigliato sempre verso l'alto - grattacieli dappertutto - la bocca aperta come un turista di campagna! Eh sì, ci devo lavorare...
La sensazione, anzi la certezza, di star facendo una grande esperienza che mi segnerà a vita. La gente sembra un solo corpo, un blob che invade la strada. Un pizzico di delusione per la luce, che mi immaginavo diversa rispetto all'Europa, chissà perché poi! Comunque la pizza è buona. Ho visto più film oggi che in tutta la mia vita.
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