10 AGOSTO 2008, DOMENICA, DETROIT


E' già notte qui a casa di Rolando, Detroit, MI. Ma ripartiamo da ieri.
Alla Dogana Canada-USA tutto ok, a parte un malditesta allucinante. Il primo impatto con Detroit è stato spaventoso: una città deserta e abbandonata che cade a pezzi, rovine dappertutto, sembra un incubo post nucleare o un film di Carpenter. E, come se non bastasse, appena sceso dall'autobus ecco la pioggia, sempre di più, aggiungi vento e ottieni tormenta. E io che arrivo a casa di Rolando completamente fradicio. E sempre col malditesta allucinante.

La casa è spettacolo puro: al limite estremo di Corktown, la zona fantasma suddetta, è un loft enorme ricavato da un ex magazzino di vestiti, ancora più arty di casa di Eliot. E per non smentire la mia sindrome da Zelig, mi vien subito voglia di vivere in un loft.
Rolando è ospitalissimo, scrocco subito doccia e lavatrice, che era ora, ormai. L'unica difficoltà sta nel fatto che non capisco tre quarti di ciò che dice, maledetto accento del Michigan. Appena si placano malditesta e diluvio universale parto all'esplorazione del centro, pieno di grattacieli ma sempre deserto, un Coney Dog come primo e unico pasto della giornata: forse è per questo che sembra addirittura buono! E poi un giro al lago, con la Windsor canadese sull'altra sponda. La decadenza della città inizia a piacermi.
Torno al loft ed già è arrivata un po' di gente per il CouchSurfing Meeting organizzato per la serata! Conosco un sacco di gente: Blake, Andy, Andrea, Shirley, Curtis e altri di cui non ricordo il nome. In programma un film sul tetto dell'edificio, cinema all'aperto allestito da noi alla meno peggio, con proiettore, lenzuola e assi di legno. In programma addirittura Corto Circuito, poi sostituito da uno splendido Baraka. Detroit dal tetto di Rolando, al tramonto, mi cattura definitivamente, e passo una delle serate migliori del viaggio. Niente male la doppietta Toronto-Detroit! Si va avanti fino alle tre, poi, finite le chiacchiere e le birre, m'addormento sul letto improvvisato dentro il mega armadio del loft.
 
Oggi: giro in bici con Rolando per tutta Detroit, un sacco di chiacchiere, una buona colazione abbondante con french toast, anguria, melone e litri di caffè.
Tornati a casa, un bel pisolino, e quando mi sveglio Rolando è già uscito per andare a cena dai suoi, m'aveva anche invitato ma mi sembrava troppo... però ora me ne pento! Razzolo le patatine rimaste da ieri e faccio un giro per il quartiere a scattare un mare di belle foto. Crystal da Chicago ancora non risponde, speriamo non sia l'ennesimo pacco.
Insomma, sono qui nel loft. Ve l'ho detto che per entrare bisogna passare per la galleria d'arte moderna al piano terra? Che poi qui in America il piano terra è il primo piano, che volendo ha anche senso... Insomma, tra poche ore Rolando mi accompagnerà a prendere il bus per la Windy City, e goodbye Detroit.

Note sparse: la scultura del pugno, della doccia e del cerchio vicino al lago, gli stadi dei Tigers e dei Lions, oceani di pioggia, i bei libri di musica e arte della coinquilina dai capelli rossi di Rolando, il libro con Clemente e Cucchi, la mia fame, il manichino senza cervello, cercare i libri di Chuck Klosterman e Tom Wolfe.
Voglio un loft anch'io.

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