11 AGOSTO 2008, LUNEDI', DETROIT, CHICAGO


Sono le quattro e trenta di notte, l'autobus di mezzanotte e tre quarti era pieno. Devo aspettare le OTTO DI MATTINA.
Ho appena scoperto che col fuso orario avrò un'ora in più per dormire, e inoltre il viaggio durerà più del previsto. Insomma, arriverò a Chicago per mezzogiorno e mezza. Ho un sonno micidiale, che combatto con sudoku, letture, scritture... penso al cibo che mangerò una volta tornato in Italia, e voglio fare un finesettimana a Bologna e uno a Pescara.
Poi cercare lavoro... mandare curriculum... studiare per l'esame di stato... e poi ho voglia di leggere tanto, narrativa ma anche ingegneria e anche informatica... e la mostra di foto... e i suoi messaggi, che il penultimo era rivolto a me, ne sono sicuro...
La stazione è chiusa, noi in attesa dentro e non posso nemmeno uscire per fumare. Del resto, non ho nemmeno le sigarette... la gente dentro dorme dappertutto, io aspetto e mi drogo di insonnia.

Di giorno, anzi, pomeriggio inoltrato. Giornata allucinante, viaggio infinito, arrivo qui a Chicago alle 14:30 circa, 15:30 per me. Crystal non risponde al telefono, e mi rendo conto che trovare la piccola Pierce Avenue sulla mappa sterminata di Chicago non è poi così semplice. Morale della favola, sono di nuovo nella merda. Dopo le bestemmie di rito inizio a camminare verso il Loop, ovvero il centro, così chiamato perchè circondato dalla caratteristica subway che subway non è, dato che scorre ad anello a dieci metri sopra le nostre teste. Mi imbatto subito nella Sears Tower, l'edificio più alto degli Stati Uniti, sebbene sia meno imponente dell'Empire: come si dice, il nero sfina!
Il centro di Chicago è spettacolare, con un mare di grattacieli: potrebbe sembrare simile a New York, ma in realtà rimane più discreta, meno dirompente e più accogliente. Più... chicagoana, ecco. Un bel panino da Subway che mi calma lo stomaco e il colpo di genio di andare al punto informativo della città, dove in un colpo solo becco mappa dettagliata di Chicago gratis e localizzo Pierce Avenue. E scrocco pure internet. Poi riesco finalmente a parlare con Crystal: fortuna sfacciata o sfiga maledetta, mai una via di mezzo!
Prendo la metro fino al quartiere di Wicker Park e vado a trovarla al bar dove lavora: una tipa molto cool che parla a raffica, dice più parolacce di me e, se non ho capito male, ogni settimana organizza un Naked Thursday, ovvero una festa in casa dove tutti se ne stanno nudi... una pazza! Mi dice di aspettarla a casa, per entrare basta passare dal retro che tanto è aperto. Vive con due tex-mex di cui non ricordo i nomi: quattro chiacchiere in spagnolo con uno dei due, tutto tatuato, forse mezzo gay e che ascolta i Cursive. Facciamo un paio di partite con  il suo biliardino casalingo, uno a uno. Poi esco a fare quattro passi. Wicker Park mi piace, l'ennesimo quartiere trendy alla Lower East Side, South o Queen Street. 
Domani decido se la città è da 9 o da 10. Ma mi sa che è da 10. Quando torno a casa devo farmi una doccia che, cazzo, puzzo peggio di un cane.

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