22 AGOSTO 2008, VENERDI', SAN FRANCISCO

Andare in ostello ERA la cosa più saggia da fare.
Ma quando ti svegli la mattina e ti dicono che non c'è più posto per la notte successiva e tutti gli altri ostelli che ti puoi permettere sono al completo, allora sei costretto a dormire per strada. O alla stazione degli autobus. Dove peraltro non hanno nemmeno le cassette di sicurezza per lasciare i bagagli.
Morale della favola: non ho un tetto e mi tocca girare per San Francisco, che in quanto a dimensioni non è una cittadina e non è proprio pianeggiante, con tutta la mia casa mobile sulle spalle.
Ieri sera primo giro per Frisco: Chinatown, North Beach, Financial District, Union Square e molto altro ancora: una città fantastica, e a North Beach ho incontrato una marea di italiani come mai fino ad ora, turisti ma anche residenti. E non ho saputo resistere, mi sono gustato il mio primo, vero piatto di pasta dopo quasi un mese di astinenza, dieci dollari di linguine al pesto deliziose: una resurrezione alimentare.
Poi in ostello ho sistemato quante più faccende possibili su internet, ho conosciuto un Alessandro di Piacenza che vive, studia qui e ha vissuto pure a Valencia, e un signore spagnolo che ha la figlia sposata con un valenciano.
Stamattina sveglia alle dieci, incasso il brutto colpo dello sfratto, poi colazione da Starbucks e lavanderia, come quelle dei film piene di lavatrici a gettoni, dove ho incontrato un cinese che è stato in vacanza a Verona e a Trieste e con cui ho scambiato una mezz'ora di buone chiacchiere. Adesso sono vicino a Market Street, direzione ovest con destinazione Haight Street e Golden Gate Park.
Cose da ricordare: la lavanderia, le mance e le tasse, i box dei giornali agli angoli della strada, i semafori e i cartelli stradali, i Greyhound e le stazioni degli autobus, la gente socievole e i pazzi, i barboni che chiedono gli spiccioli, lo street food e i ristoranti di mille tipi, internet che è dappertutto ma senza un computer o simili non lo afferri, i water diversi dai nostri, i gatti.
Più tardi: e quindi mi ritrovo qui alla stazione degli autobus di San Francisco, con un tetto garantito grazie al biglietto per Fresno appena preso... Fresno, dove non andrò mai! Grazie infinite al mitico Discovery pass, con cui mi sono accaparrato il biglietto e la possibilità di dormire qui in stazione. Dopo una decina di chilometri, io e la casa mobile sulle mie spalle, ho le gambe a pezzi ma lo stomaco pieno, grazie alla cena super che mi sono sparato in un ristorante cinese, talmente abbondante che non sono nemmeno riuscito a finirla. Ho visto un sacco di bei posti oggi: Market Sreet, Lower e Upper Haight, l'una meglio dell'altra; Amoeba Records che è il paradiso della musica, hanno di tutto, nuovo e usato, e te lo tirano... Pussy Galore, Y del Pop Group, Mary Lou Lord e Adult i nuovi arrivati in famiglia.
Poi puntata al Golden Gate Park con l'intenzione di arrivare fino all'oceano, ma mi sa che ho puntato troppo in alto: il parco è immenso, addirittura più grande di Central Park, e chissà quanta città da attraversare c'era una volta superato il parco. Megafestival dalle 17 in poi con Radiohead, Beck, Black Keys e tanti altri, ma il problema degli ottantacinque dollari di ingresso era insormontabile. Assolutamente fuori portata, e anche rimanere lì a distanza era rischioso, con la minaccia concreta della pioggia e soprattutto l'incognita del dove trascorrere la notte.
Una particolarità di San Francisco, oltre alle maledette colline che spuntano come funghi, sono le nuvole bassissime che a tratti sembrano quasi nebbia e che corrono come in nessun altro luogo al mondo visto finora. La temperatura poi non è affatto alta: chissà perchè, siamo al livello del mare, in California, e in pieno agosto!
Al ritorno capatina a Castro, che però mi sa ho costeggiato soltanto, che di "caratteristico" nemmeno l'ombra: meglio così, che la giornata è stata già abbastanza pesante! Poi The Mission, altro quartiere spettacolare, case basse e mille volti differenti. Dopo un pò l'ambiente si è fatto più malfamato, meno fauna e meno luce, e ho virato verso nord, direzione centro. Prima della cena e dell'arrivo in stazione, puntata all'Apple Store a controllare la mail e a farsi venire voglie di I-Phone, I-Pod e Mac... Domani, la prima cosa da fare sarà cercare un tetto per Denver e Austin. E dopodomani, prima cosa da fare, doccia da Roxanne che comincio a puzzare come una capra.
Poco più tardi: senza niente da fare, rinchiuso qui in stazione. Scrivo. Classifica: 1 New York, 2 San Francisco nonostante le bestemmie, 3 Seattle, 4 Chicago, 5 Toronto, 6 Portland, 7 Washington, 8 Boston, 9 Detroit, 10 Philadelphia, 11 Olympia. Già undici città visitate!
Andare in ostello ERA la cosa più saggia da fare.
Ma quando ti svegli la mattina e ti dicono che non c'è più posto per la notte successiva e tutti gli altri ostelli che ti puoi permettere sono al completo, allora sei costretto a dormire per strada. O alla stazione degli autobus. Dove peraltro non hanno nemmeno le cassette di sicurezza per lasciare i bagagli.
Morale della favola: non ho un tetto e mi tocca girare per San Francisco, che in quanto a dimensioni non è una cittadina e non è proprio pianeggiante, con tutta la mia casa mobile sulle spalle.
Ieri sera primo giro per Frisco: Chinatown, North Beach, Financial District, Union Square e molto altro ancora: una città fantastica, e a North Beach ho incontrato una marea di italiani come mai fino ad ora, turisti ma anche residenti. E non ho saputo resistere, mi sono gustato il mio primo, vero piatto di pasta dopo quasi un mese di astinenza, dieci dollari di linguine al pesto deliziose: una resurrezione alimentare.
Poi in ostello ho sistemato quante più faccende possibili su internet, ho conosciuto un Alessandro di Piacenza che vive, studia qui e ha vissuto pure a Valencia, e un signore spagnolo che ha la figlia sposata con un valenciano.
Stamattina sveglia alle dieci, incasso il brutto colpo dello sfratto, poi colazione da Starbucks e lavanderia, come quelle dei film piene di lavatrici a gettoni, dove ho incontrato un cinese che è stato in vacanza a Verona e a Trieste e con cui ho scambiato una mezz'ora di buone chiacchiere. Adesso sono vicino a Market Street, direzione ovest con destinazione Haight Street e Golden Gate Park.
Cose da ricordare: la lavanderia, le mance e le tasse, i box dei giornali agli angoli della strada, i semafori e i cartelli stradali, i Greyhound e le stazioni degli autobus, la gente socievole e i pazzi, i barboni che chiedono gli spiccioli, lo street food e i ristoranti di mille tipi, internet che è dappertutto ma senza un computer o simili non lo afferri, i water diversi dai nostri, i gatti.
Più tardi: e quindi mi ritrovo qui alla stazione degli autobus di San Francisco, con un tetto garantito grazie al biglietto per Fresno appena preso... Fresno, dove non andrò mai! Grazie infinite al mitico Discovery pass, con cui mi sono accaparrato il biglietto e la possibilità di dormire qui in stazione. Dopo una decina di chilometri, io e la casa mobile sulle mie spalle, ho le gambe a pezzi ma lo stomaco pieno, grazie alla cena super che mi sono sparato in un ristorante cinese, talmente abbondante che non sono nemmeno riuscito a finirla. Ho visto un sacco di bei posti oggi: Market Sreet, Lower e Upper Haight, l'una meglio dell'altra; Amoeba Records che è il paradiso della musica, hanno di tutto, nuovo e usato, e te lo tirano... Pussy Galore, Y del Pop Group, Mary Lou Lord e Adult i nuovi arrivati in famiglia.
Poi puntata al Golden Gate Park con l'intenzione di arrivare fino all'oceano, ma mi sa che ho puntato troppo in alto: il parco è immenso, addirittura più grande di Central Park, e chissà quanta città da attraversare c'era una volta superato il parco. Megafestival dalle 17 in poi con Radiohead, Beck, Black Keys e tanti altri, ma il problema degli ottantacinque dollari di ingresso era insormontabile. Assolutamente fuori portata, e anche rimanere lì a distanza era rischioso, con la minaccia concreta della pioggia e soprattutto l'incognita del dove trascorrere la notte.
Una particolarità di San Francisco, oltre alle maledette colline che spuntano come funghi, sono le nuvole bassissime che a tratti sembrano quasi nebbia e che corrono come in nessun altro luogo al mondo visto finora. La temperatura poi non è affatto alta: chissà perchè, siamo al livello del mare, in California, e in pieno agosto!
Al ritorno capatina a Castro, che però mi sa ho costeggiato soltanto, che di "caratteristico" nemmeno l'ombra: meglio così, che la giornata è stata già abbastanza pesante! Poi The Mission, altro quartiere spettacolare, case basse e mille volti differenti. Dopo un pò l'ambiente si è fatto più malfamato, meno fauna e meno luce, e ho virato verso nord, direzione centro. Prima della cena e dell'arrivo in stazione, puntata all'Apple Store a controllare la mail e a farsi venire voglie di I-Phone, I-Pod e Mac... Domani, la prima cosa da fare sarà cercare un tetto per Denver e Austin. E dopodomani, prima cosa da fare, doccia da Roxanne che comincio a puzzare come una capra.
Poco più tardi: senza niente da fare, rinchiuso qui in stazione. Scrivo. Classifica: 1 New York, 2 San Francisco nonostante le bestemmie, 3 Seattle, 4 Chicago, 5 Toronto, 6 Portland, 7 Washington, 8 Boston, 9 Detroit, 10 Philadelphia, 11 Olympia. Già undici città visitate!
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