12 SETTEMBRE 2008, VENERDI', NEW ORLEANS IS LIKE PARADISE PT. I


Risveglio a casa di Laura e Daniel, relax totale.
Internet, colazione, lavatrice, e tra un pò esco con Laura per visitare Tremè e altri bei posti. Ieri prima mi perdo con la streetcar e arrivo alla zona opposta della città, poi torno indietro ma la streetcar si rompe. Inizia a piovere, poi non passa più, cammino e bestemmio, poi smette di piovere, io smetto di bestemmiare ma continuo a camminare. Poi passa, la prendo, scendo, cammino e finalmente arrivo da Laura: lei fuori casa, e ha dimenticato le chiavi. Ventenne bellissima, una delle ragazze più affascinanti viste in vita mia, selvatica come una gatta randagia, da favola. Ma vive con il suo ragazzo.
Andiamo da Sarah, una sua amica dall'aria folle e la casa piena di biciclette, ma davvero tante, me ne presta addirittura una per la sera. Poi torniamo a casa di Laura sperando che Daniel, il ragazzo, sia tornato con tanto di chiavi, ma nulla da fare. Quindi costruiamo una torre di sedie, tavolini e mattoni, Laura si arrampica sul terrazzo della sua fantastica vecchia casa di legno che trasuda Sud U.S.A. a non finire, e finalmente riesce ad entrare. Doccia al volo che era ora scossa, birra, caffè, fumatina. Da Dio.
Laura e Daniel sono tornati da poco da un tour in Europa in bicicletta: per arrivare in Italia dall'Albania, sono passati anche per Ancona, davvero incredibile...
Poi si esce in bici con un vento incredibile, sfrecciamo tangenti a un mini uragano in corso. Per strada incontriamo Daniel, un ventunenne davvero in gamba: una coppia fantastica, giovani Royal Trux degli Anni Zero! Andiamo al French Quarter, svaccati sul marciapiede fuori da un bar, primo di una lunga serie, a bere birre prese al supermercato e a fumare senza nessuna preoccupazione. Arriva Harry, amico di Daniel: altri bar, altre birre, altri marciapiedi, altro fumo. New Orleans è una città assolutamente fuori dal comune, una terra senza regole nel cuore degli States, un paradiso. Fiumi di parole, tanta gente, relax, sudore e pozzanghere per tornare a casa, mio padre che chiama alle due di notte preoccupato per l'uragano in arrivo a Houston: alla fine, paradossalmente, meno male che sono venuto a New Orleans!
Poi un buon sonno e finalmente sveglio, senza fretta, stamattina.
Voglio vivere qui a New Orleans.

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