13 SETTEMBRE 2008, SABATO, NEW ORLEANS IS LIKE PARADISE PT. II

Stazione Greyhound di New Orleans, il bus parte con tre ore di ritardo.
A saperlo rimanevo da Laura e Dan un paio d'ore in più a dormire un po', invece di fare tutta una tirata e dormicchiare su una panchina fredda a intervalli di dieci minuti. Mettiamoci pure i postumi della serata di ieri e il quadro è completo.
Ieri pomeriggio un bel giro con Laura per il French Quarter, Tremè, il ferry sul Mississippi, spuntino al Cafè du Monde, streetcar: giornata stupenda, Laura è spettacolare e mi ricorda lei, stessa grazia, stesso portamento, stessa superiorità spontanea e innata.
Poi relax a casa che si trasforma in pisolino, mio, di Laura e di Dan: ci svegliamo che è già notte, freschi e pronti per la festa: altra uscita in bici in direzione università, prima tappa a far scorte di birra e poi dritti a una festa in casa da paura, un mix tra un college movie americano e la movida valenciana, con tanto da bere e un'infinità di gente. E poi bar loschi e cadenti a pezzi, pregni dell'anima del blues e del jazz, altri drink, persone, volti e voci, Sarah, Dan, Laura, tutti così vicini, empatia prossima alla fusione, adoro questa gente. Decidiamo di non dormire e vaghiamo spossati tra casa di Sarah e casa di Laura e Dan. Parto alle sei del mattino senza un minuto di sonno, cotto e sciolto ma felice. Spero di rivederli di nuovo, sono stato benissimo con loro e mi hanno fatto sentire davvero la meraviglia di New Orleans.
Messaggi e chiamate da casa da iper paranoia per l'uragano, che mi rovinano un po' l'umore, e la paranoia mia di non poter rispondere che non c'era campo. Spero solo si siano calmati.
New Orleans è assolutamente un'oasi di libertà nel deserto degli U.S.A. La gente è così rilassata, l'architettura così diversa, vecchia e decadente. Se non fosse già chiaro, amo alla follia questa città.
L'arrivo a Memphis è previsto per le 22, spero di dormire abbastanza in autobus così da girare la città stasera, altrimenti avrei solo un giorno per visitare la città del rock'n'roll!
Tanti bei messaggi ed e-mail ricevuti... felice e nostalgico. Ho sonno...
Laura è bionda e sembra un incrocio tra lei, Kate Moss, una riot girl e un folletto, mentre Daniel assomiglia al cantante dei Kaiser Chiefs ma più secco, ragazzo indie dall'aria francese con bici e baguettes da consegnare, i vestiti stracciati, anche lui un folletto. Casa bellissima, legno, disordine, polaroid, oggetti che trasudano tempo, poster stranieri, mappe e mappamondi, il vento che sbatte sulla finestra, le collanine di Mardi Gras sul terrazzo e sui rami degli alberi e sulle scale, dappertutto, l'amaca, i biscotti Oreo e i bastoncini di formaggio, il frigo sporco e vuoto, tutto senza tempo, il 2008 è l'Ottocento, ce ne vuole di personalità per mantenere identità, New Orleans del mio cuore.
Più tardi: ore 18, siamo partiti poco fa da Jackson, Mississippi, mancano ancora quattro ore e io continuo ad essere bello stordito, provo a dormire ancora un po' almeno mi riprendo. Quanta povera gente nelle stazioni Greyhound del Sud...
Prima, in TV, ho visto immagini di Houston e Galveston colpite dall'uragano, accidenti che casino... E pensare che sono passato di lì solo due giorni prima. Qué suerte.
Sono l'unico bianco sull'autobus, autista compreso.
Stazione Greyhound di New Orleans, il bus parte con tre ore di ritardo.
A saperlo rimanevo da Laura e Dan un paio d'ore in più a dormire un po', invece di fare tutta una tirata e dormicchiare su una panchina fredda a intervalli di dieci minuti. Mettiamoci pure i postumi della serata di ieri e il quadro è completo.
Ieri pomeriggio un bel giro con Laura per il French Quarter, Tremè, il ferry sul Mississippi, spuntino al Cafè du Monde, streetcar: giornata stupenda, Laura è spettacolare e mi ricorda lei, stessa grazia, stesso portamento, stessa superiorità spontanea e innata.
Poi relax a casa che si trasforma in pisolino, mio, di Laura e di Dan: ci svegliamo che è già notte, freschi e pronti per la festa: altra uscita in bici in direzione università, prima tappa a far scorte di birra e poi dritti a una festa in casa da paura, un mix tra un college movie americano e la movida valenciana, con tanto da bere e un'infinità di gente. E poi bar loschi e cadenti a pezzi, pregni dell'anima del blues e del jazz, altri drink, persone, volti e voci, Sarah, Dan, Laura, tutti così vicini, empatia prossima alla fusione, adoro questa gente. Decidiamo di non dormire e vaghiamo spossati tra casa di Sarah e casa di Laura e Dan. Parto alle sei del mattino senza un minuto di sonno, cotto e sciolto ma felice. Spero di rivederli di nuovo, sono stato benissimo con loro e mi hanno fatto sentire davvero la meraviglia di New Orleans.
Messaggi e chiamate da casa da iper paranoia per l'uragano, che mi rovinano un po' l'umore, e la paranoia mia di non poter rispondere che non c'era campo. Spero solo si siano calmati.
New Orleans è assolutamente un'oasi di libertà nel deserto degli U.S.A. La gente è così rilassata, l'architettura così diversa, vecchia e decadente. Se non fosse già chiaro, amo alla follia questa città.
L'arrivo a Memphis è previsto per le 22, spero di dormire abbastanza in autobus così da girare la città stasera, altrimenti avrei solo un giorno per visitare la città del rock'n'roll!
Tanti bei messaggi ed e-mail ricevuti... felice e nostalgico. Ho sonno...
Laura è bionda e sembra un incrocio tra lei, Kate Moss, una riot girl e un folletto, mentre Daniel assomiglia al cantante dei Kaiser Chiefs ma più secco, ragazzo indie dall'aria francese con bici e baguettes da consegnare, i vestiti stracciati, anche lui un folletto. Casa bellissima, legno, disordine, polaroid, oggetti che trasudano tempo, poster stranieri, mappe e mappamondi, il vento che sbatte sulla finestra, le collanine di Mardi Gras sul terrazzo e sui rami degli alberi e sulle scale, dappertutto, l'amaca, i biscotti Oreo e i bastoncini di formaggio, il frigo sporco e vuoto, tutto senza tempo, il 2008 è l'Ottocento, ce ne vuole di personalità per mantenere identità, New Orleans del mio cuore.
Più tardi: ore 18, siamo partiti poco fa da Jackson, Mississippi, mancano ancora quattro ore e io continuo ad essere bello stordito, provo a dormire ancora un po' almeno mi riprendo. Quanta povera gente nelle stazioni Greyhound del Sud...
Prima, in TV, ho visto immagini di Houston e Galveston colpite dall'uragano, accidenti che casino... E pensare che sono passato di lì solo due giorni prima. Qué suerte.
Sono l'unico bianco sull'autobus, autista compreso.
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