15 SETTEMBRE 2008, LUNEDI', ILL, EMPTY AND ALMOST DEAD IN MEMPHIS


Stazione di Memphis, sei del mattino, direzione Nashville. Due giorni davvero intensi nella patria del rock'n'roll!
Sabato sera trovo subito Aaron, con una sua amica e un altro ospite couchsurfer... italiano! Da non credere, un ragazzo trentacinquenne di Milano che sembra anche più giovane di me. Cominciamo subito a parlare in italiano che a me non sembra vero dopo due mesi di inglese e spagnolo, e gli altri due, poverini, quasi non me li calcolo. Lasciamo i bagagli da Aaron e usciamo per andare a cena: ottimi BBQ nachos e tanta Coors, in un pub con interni in legno che fa tanto South. Atmosfera sciolta, Aaron un po' strano e montato, che si vanta di essere ambasciatore Couchsurfing di Memphis, tanto che sfodera anche un biglietto da visita. La ragazza grassottella ma simpatica, scopro poi essere stata rimorchiata da poco da Aaron, ex grasso anche lui ora in fissa con diete e palestre. Poi arriva un'altra tipa, Melanie, neofita di Couchsurfer carina ma anche lei bella in carne... meno McDonalds, baby! Altra birra, quindi in un altro pub a cantare col karaoke: tutti gasatissimi, io e Cristiano una vergogna che non ti dico. Melanie intonatissima, Aaron da ridere, Cristiano sottovoce e inudibile in Walk on the wild side e io stonatissimo alle prese con Roadhouse Blues dei Doors! Insomma, si fa nottata e si torna a casa verso le quattro, stanchi, divertiti e un po' ubriachi. 
Ieri mattina sveglia verso le 11, ottima colazione con tanto di Nutella, quindi si parte in auto con destinazione la chiesa di Al Green! La messa gospel è un'esperienza incredibile, niente a che vedere con la nostra concezione di religione, fatta di pentimento, sacrificio e dolore: gioia, passione e fervore che trasudano da tutti i presenti. C'è sofferenza, ma c'è anche voglia di reagire. E la musica, pazzesca! Un'esperienza... da Dio! Peccato solo che mancava Al Green.
Poi al ritorno passaggio davanti a Graceland lungo Elvis Blvd, con tutta la via piena di reliquie e luoghi legati al divo in tuta bianca, ma non ci siamo fermati, e sinceramente non che mi dispiaccia più di tanto.
E quindi Aaron ci scarica davanti al Sun Studio Recordings, dodici bucks di tour ma spesi proprio bene: foto, video, materiale d'epoca e ascolti, e poi la sala di registrazione. Solo a pensare che Elvis, Jerry Lee Lewis, Johnny Cash - solo per citare i più noti - sono stati qui dentro mi mette i brividi!
Poi downtown, davvero marcia la città e poca gente in giro. Non male Beale Street, la via principale piena di bar e musica non stop giorno e notte. Pranzo con insalata, gumbo e patate, poi di nuovo in cammino in direzione di River City, isolotto sul Mississippi nel quale è affogato, udite udite, Jeff Buckley. Fatto sta che ormai sono le 17 e il ponte chiude? Alle 17 in punto. Accidenti. Ma poi scopriamo che dall'altra parte del fiume cosa c'è? L'Arkansas! Cioè, un altro stato! E allora arrivarci è d'obbligo, fosse anche solo per dire di aver fumato una cicca in Arkansas! Quindi Cristiano e io ci mettiamo in cammino sul bel parco del lungofiume per raggiungere il ponte che sembra vicino, ma vicino non è, e dopo un'ora e mezza arriviamo lì solo per scoprire che il ponte non è accessibile ai pedoni. Maledizione. Bye bye Arkansas.
Altri giri in centro, caffè, mille chiacchiere su tutto, spero di incontrarlo nuovamente, magari a Milano così finalmente visito la città. Poi cena in centro, cheese steak burger, vedi tu se la cucina tipica di Philadelphia debba gustarmela qui a Memphis. Taxi fino a casa verso le 22:30, visto che bus non ce ne sono e a piedi è improponibile, se non vogliamo finire rapinati. Internet, barba, ultime chiacchiere e a nanna. 
Stamattina sveglia alle cinque, colazione rapida, altro taxi con Cristiano e un'altra ragazza torinese, saluti a Aaron. Di nuovo on the road.
Flash sparsi: le sparlate pettegole su Aaron, ambassador cazzonie, il couchsurfer karateka di Venezia, i barboni, le bariste che sorridono per la mancia, le chiacchiere sulle droghe e la musica, i viaggi, il Giappone, la biennale e il festival del cinema di Venezia, Cristiano che lavora poco e ha tonnellate di ferie e viaggia sempre. La fabbrica della Gibson, l'Arkansas, Linux, l'ex pappagorgia di Aaron, Milano sessualmente scatenata, i troppi soldi spesi, i miei che non rispondono alle mail, le mail ricevute, l'Inter che vince e il Milan in caduta libera. Il tipo della Red Bull che vince in Formula 1 e Valentino Rossi prossimo al titolo, l'italiano di Aaron mezzo Ian Mackaye mezzo pirla, d'altronde sei nuovo tu chissà cosa ne vuoi capire.

Più tardi: ho vomitato due volte, tutta l'acqua che avevo in corpo. E il liquido che non ho vomitato l'ho espulso in altro modo. Due volte. Sono vuoto, non ho energie, ho la febbre e il solo pensiero di mangiare qualcosa mi fa tornare i conati. Vorrei un po' di frutta, ma dove accidenti la trovo? Chissà cos'è che mi ha fatto male. Non ci voleva...
Sono a Nashville e ho visto la Country Music Hall of Fame, ma di fare il tour non se ne parla visti prezzi e risorse. Non ho le forze per camminare e sto male davvero. Che diavolo faccio fino alle sette di sera?

Ancora più tardi: non cammino, siedo, mi riposo e scrivo. Ho trovato una galleria all'aperto piena di botteghe, e finalmente un po' di frutta. Attendo che l'energia vada in circolo.
Due anni fa esatti sono partito per la Spagna: Dio come voli, tempo maledetto! Ben due anni, vero è che ne sono successe di cose nel frattempo...
Ora non sono proprio nelle condizioni migliori per giudicare, ma questa città non mi sembra proprio un gioiello. Speriamo di cambiare opinione domani, che tanto stasera, conciato come sono, di uscire proprio non se ne parla.
Cazzo.

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