8 SETTEMBRE 2008, LUNEDI', "PARIS, TEXAS". NO, AUSTIN

Appena svegliato dopo una notte di sonno a intermittenza.
Sosta di un'ora ad Amarillo, vicino al confine col New Mexico. Tra mezz'ora si riparte, io pian piano mi sveglio, ma mancano ancora dodici ore all'arrivo ad Austin. Intanto cambia l'ora, meno sette rispetto all'Italia, ricominciamo ad avvicinarci.
Sono rimaste poche città da visitare: Austin, New Orleans, Memphis, Nashville, Atlanta, Miami e Orlando, che però conta per metà dato che sarò solo di passaggio. E Dublino, che dopo il nuovo mondo americano vivrò un po' come essere già a casa. Dopo questo viaggio l'Europa mi sembrerà più piccola, per non parlare della nostra Italietta.
Sull'autobus i matti non mancano mai, ce n'è una proprio davanti a me che non sta zitta un attimo. Mi mancheranno al ritorno a casa...
15.30: appena partiti da Wichita Falls, il posto con le macchinette automatiche delle schifezze alimentari più cheap d'America. E col footlong di Subway praticamente mi sono sistemato la giornata, good. Altre sette ore di viaggio, tappe a Fort Worth e Dallas, che almeno vedrò di passaggio. Inizio a soffrire i lunghi viaggi in autobus, fortuna che questo sia l'ultimo veramente lungo. Se non contiamo le dodici ore da Austin a New Orleans e le quindici da Atlanta a Miami, ma quelli saranno completamente in notturna, ed è un'altra cosa. Ancora sedici giorni di viaggio, devo farmi bastare i soldi rimasti.
Il tempo è grigio, nemmeno uno spiraglio d'azzurro, e anche il paesaggio piatteggia. Maledetto Texas.
Mi fa impressione leggere il diario di un mese fa: è davvero passato così tanto tempo?! Chissà come sarebbe essere in viaggio per un anno intero?
Appena svegliato dopo una notte di sonno a intermittenza.
Sosta di un'ora ad Amarillo, vicino al confine col New Mexico. Tra mezz'ora si riparte, io pian piano mi sveglio, ma mancano ancora dodici ore all'arrivo ad Austin. Intanto cambia l'ora, meno sette rispetto all'Italia, ricominciamo ad avvicinarci.
Sono rimaste poche città da visitare: Austin, New Orleans, Memphis, Nashville, Atlanta, Miami e Orlando, che però conta per metà dato che sarò solo di passaggio. E Dublino, che dopo il nuovo mondo americano vivrò un po' come essere già a casa. Dopo questo viaggio l'Europa mi sembrerà più piccola, per non parlare della nostra Italietta.
Sull'autobus i matti non mancano mai, ce n'è una proprio davanti a me che non sta zitta un attimo. Mi mancheranno al ritorno a casa...
15.30: appena partiti da Wichita Falls, il posto con le macchinette automatiche delle schifezze alimentari più cheap d'America. E col footlong di Subway praticamente mi sono sistemato la giornata, good. Altre sette ore di viaggio, tappe a Fort Worth e Dallas, che almeno vedrò di passaggio. Inizio a soffrire i lunghi viaggi in autobus, fortuna che questo sia l'ultimo veramente lungo. Se non contiamo le dodici ore da Austin a New Orleans e le quindici da Atlanta a Miami, ma quelli saranno completamente in notturna, ed è un'altra cosa. Ancora sedici giorni di viaggio, devo farmi bastare i soldi rimasti.
Il tempo è grigio, nemmeno uno spiraglio d'azzurro, e anche il paesaggio piatteggia. Maledetto Texas.
Mi fa impressione leggere il diario di un mese fa: è davvero passato così tanto tempo?! Chissà come sarebbe essere in viaggio per un anno intero?
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