1 AGOSTO 2008, VENERDI', BOSTON


Difficilmente poteva andare peggio: QUARANTATRE' dollari di ostello, dannazione. Dopo una ricerca estenuante e una gamba quasi in cancrena, mi sono fermato all'HI Boston: per compensare sono andato a letto senza cena, compensata stamattina da una super-colazione gratuita che mi dovrò far bastare anche come pranzo. E per il quarto giorno di fila, zero sigarette!
Ieri in ostello avevo come compagni di camera un finlandese piuttosto rintronato e un belga mezzo spagnolo che parlava quattro lingue, incluso un italiano stentato, simpaticissimo, anche perché m'ha regalato ben tre bottiglie di Leffe che s'era portato per ricordarsi dei sapori di casa! Anche lui trascorrerà alcuni mesi negli States, ma rimarrà sulla East Coast con l'intenzione di trovare un lavoro.
Boston comunque è una città che merita una visita, e ancor di più Cambridge, dove mi trovo in questo momento: una moltitudine di case basse e piccoli shop, mi immagino che Pixies, Dinosaur Jr e compagnia bella vengano da qui. E poi il MIT, con i suoi edifici disseminati lungo il corso del fiume, e l'immensa Harvard, nel cui campus centrale sono seduto proprio in questo momento a scrivere queste righe. Pienissimo di italiani, comunque.

Più tardi: Dimenticavo, in centro c'è una marea di cimiteri, lapidi dappertutto!! La città è ricca anche di pub irlandesi, edifici piccolissimi sui quali svettano le cime dei grattacieli, tra cui uno di vetro che riflette tutto l'azzurro e si fonde col cielo. Decido che al ritorno userò questi appunti su ogni città visitata per brevi note da allegare alle foto per una mostra. E anche di fare molto sport, mangiare regolare e di provarci con Lei, se è libera. Intanto, l'appoggio a Philly è confermato!

Ancora più tardi: 9.30pm, tra un paio d'ore si torna a New York e adiòs Boston, destinazione Philadelphia. Mi trovo già alla stazione degli autobus, che coi bagagli di strada a piedi riesco a farne poca, e in più avevo paura che chiudesse la biglietteria. Incontro nuovamente quel pazzo del belga, è davvero un peccato non fare lo stesso giro. Sorpresa delle sorprese, ricevo una mail da Hannah, la couchsurfer di Boston, datata ieri mattina: aveva perso il cellulare e m'aveva dato tutte le indicazioni via mail, maledizione a internet che non ho a portata di mano e maledetti dollari buttati al vento per nulla. Ma fa parte dell'esperienza, in fin dei conti. E poi, senza questo piccolo inconveniente, non sarei entrato nel magico mondo del Book Crossing: abbandono lo splendido "L.A. Confidential" all'ostello, terminato solo in una settimana, e lo scambio con "Il Sarto di Panama", in lingua inglese, speriamo di capirci qualcosina.
Qualcuno ha un cavatappi per le mie due Leffe rimaste?

E' già una settimana che viaggio, già un ottavo del totale. Ed è iniziato Agosto, con me a Boston... AGOSTON! Ok, chiudiamola qua.


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