17 AGOSTO 2008, DOMENICA, SEATTLE



Diario, scusa l'assenza, ma questa pazza, pazza Seattle non mi lascia un attimo di tempo libero! E' assolutamente meglio di come me la immaginavo, Capitol Hill è il paradiso e c'è una densità di weirds da far paura, a cominciare dagli abitanti della casa di Celessa, la cosiddetta Goblin House: Fry, una ragazza pacata e paffuta che mi sa tanto è innamorata di Celessa, e che mi fa entrare venerdì appena arrivato, lasciando la casa nelle mie mani. Steven, un tipo assurdo coi baffoni che gira sempre col berretto da notte e i pantaloncini da ciclista, organizza mercatini di cd, libri e vestiti usati davanti casa e balla di continuo, uno strano incrocio tra Freddie Mercury e il protagonista dei video dei RHCP. E poi gli abitanti del piano di sotto, una comune tossica con un tipo che sembra Slash dei Guns, uno sempre ubriaco di brutto e un terzo che non sopporto, alcool, libri e sigarette dappertutto, più un laboratorio d'arte che una casa, e un flusso continuo di belle tipe, ancora più fuori degli altri. E ancora i vicini di casa, la bella Amanda ancor più bella di Celessa, anche lì altri Couchsurfers, Nick tedesco di Amburgo che sento più fratello solo perchè europeo, e Francis di San Francisco, che forse mi può aiutare con un appoggio nella sua città. E poi c'è Ian, un ragazzo di Vancouver che domattina parte e ci diamo il cambio, ovvero se ne va a vagabondare in giro per l'Europa. Intanto condivido la casa di Celessa con lui, simpatico suonatore di ukulele che se ne porta dietro sempre un paio e lì suona dappertutto. Uno alla volta, ovviamente.
Note sparse: il cha cha e i litri di birra, al lago Washington a fare il primo bagno americano, tuffi altissimi che attappano le orecchie e a prendere il sole, i caffè e le colazioni al Cafè Vita, la cucina messicana che siamo sulla west coast ragazzi, i gatti di Celessa e Fry che non mi lasciano dormire, Brian gentile che ci accompagna al lago in macchina, il Seattle center, Downtown, le colline di Seattle, i Mac dappertutto, il raduno dei tennisti sballati, le sigarette scroccate e le casse di birra al supermercato, casa di Amanda e il gatto matto e le amiche di Amanda e la casa un'altra volta, l'oceano Pacifico che è una baia quindi non vale, arte e moda ovunque, la fontana dove camminiamo dentro, tutte cose che stanno rendendo Seattle la tappa più divertente e memorabile del viaggio.

Devo chiamare nonna per gli auguri!


Cinque minuti dopo: appena chiamato nonna che è super commossa, felicissima lei e felicissimo io, ancora una volta in bilico tra il godere quest'esperienza fantastica e la nostalgia di casa.

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