24 AGOSTO 2008, DOMENICA, ALMOST DEAD AND SUPERCUP IN SAN FRANCISCO


Stamattina ho seriamente rischiato la morte per assideramento.
Mi sono addormentato sul pavimento della stazione e, quando mi sono svegliato alle 4:30 dopo un paio d'ore di sonno tutt'altro che riposante, avevo il gelo nelle vene: una sensazione tremenda, provata prima d'ora solo a Pamplona. Nonostante indossassi entrambe le felpe. 
Dopo altro sonno scarso e altalenante seduto sulle panchine, alle 6 esco di nuovo in strada, con un tempo freddissimo e grigio, alla disperata ricerca di un caffè. God bless Starbucks sometimes, che ha aperto alle 6:30 e m'ha ridato la vita. E quasi m'addormento lì dentro, tra una pagina di Vonnegut e un sorso di calore. E poi vagabondo come uno zombie per California Avenue, che ora capisco perchè sulle foto venga così, io che pensavo fosse un'unica salita invece di più salite intervallate. Quindi al parco artistico di Yerba Buena, dove mi faccio un'altra ottima ora di sonno e, quando mi riporta nella realtà il tipo delle pulizie, io che stavo comodo comodo sulla mia panchina, magia! Sono tornati il sole e il caldo, e io che trasudo il gelo della notte armato della doppia felpa.
Finalmente sveglio faccio un giretto alla libreria del MOMA, begli input di fotografia, street art, disegni e arte contemporanea. Due chiacchiere con mia madre che mi mettono allegria, e poi da buon vagabondo scroccone faccio tappa al solito Apple Store, dove finisco per seguire alla Gazzetta la partita di Supercoppa tra Inter e Roma, che italiano che sono! Muntari, De Rossi, Balotelli, la maledizione di Vucinic al novantesimo, e maledetti pure il padre e figlio romani e romanisti che seguono la partita al mio fianco! Tristissimo e incapace di reggere i supplementari, me ne vado a rimediare un panino da Subway, per tornare giusto in tempo per i rigori: errore di Stankovic, io disperato, depresso, distrutto, ma Totti sbaglia anche lui, e ci pensano Giulione Cesar e il mastodontico capitan Zanetti a sistemare il tutto: 8-7 finale e quarta supercoppa per l'Inter! Io raggiante, scomparsi i dolori e il freddo e il sonno, tutto risolto! Pensa un po' se dovevo venire a San Francisco a seguire l'Inter...
Intanto sono le tre del pomeriggio ed è ora di andare da Roxanna, la ragazza che mi ospiterà in questo finale di permanenza a San Francisco. Con semplicità penso che il numero civico tre sia il numero del palazzo, non dell'appartamento, che invece è il 1605: risultato, sbaglio indirizzo "soltanto" di sedici blocchi, di cui metà in una salita tremenda. E naturalmente, quando arrivo stremato, di Roxanna neanche l'ombra. Ma ormai sono di buonumore e invincibile, sms, e dopo un po' mi risponde, s'era dimenticata la tipa, ma alle otto promette che ci incontriamo davanti casa sua. Per ammazzare il tempo allora, io e casa mobile ci facciamo un giretto a Polk Street, piccolo quartiere etnico, e poi raggiungiamo un parco in alto in collina, praticamente siamo in mezzo alle nuvole, e ora siamo qui sdraiati, sempre io e la casa mobile, a piedi scalzi, a goderci un relax totale e meritato.

Forza Inter, cazzo!
E oggi è pure un mese di viaggio

Ieri mi son fatto la barba in stazione senza specchio. Almeno sono presentabile, puzzo sempre di più ma ancora per poco, sempre che Roxanna non mi faccia la bella sorpresa di NON avere una doccia a casa, che tanto ormai sono pronto ad aspettarmi di tutto. San Francisco dieci e lode.

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